L'asfalto

L'asfalto. Duro e avvolgente, specie quando ci sbatti sopra. Quando la moto decide di disarcionarti. L'asfalto ti corre incontro, verso la faccia. Ti dona un bacio ricco di segreti e ti fa la barba. E ti chiede cosa hai fatto. Potresti negare ogni tua relazione e ogni giorno sbagliato, sarebbe inutile: l'asfalto sa già tutto. Non lo freghi con una sgasata improvvisa o con una sgommata coreografica. Puoi inchiodare le gomme sull'asfalto, ma non puoi inchiodare l'asfalto. 
L'asfalto concede assoli solo a chi sa accompagnarlo bene. Ti guarda dentro, ti ascolta dentro. L'asfalto ti sente. Cerca il bambino che hai nel profondo del cuore... e gli chiede: "Cosa hai fatto?". Non è una accusa. Non è un interrogatorio. Vuole solo essere certo che tu sappia cosa fai. Che ogni tua azione sia frutto della tua volontà. L'asfalto ci tiene alle persone che non delegano, che non rimandano, che non aspettano le volontà altrui prima di girare la manopola e mettersi in viaggio. L'asfalto vuole, pretende onestà. Scelte giuste o sbagliate, ma scelte. Libere. Volontarie. E poi vada come vada. L'orizzonte è lì e non si muoverà. Ti fanno credere che quell'orizzonte sia per tutti. Non è vero. L'asfalto lo sa bene: ognuno ha infiniti orizzonti da raggiungere. Alcuni sono dritti di fronte a noi, altri esattamente dietro. Per alcuni dovremmo girare a destra, per altri dovremmo svoltare a sinistra, al prossimo incrocio. L'orizzonte che vedi, lo vedi solo tu. E' solo tuo. E' lì per te, ti aspetta. Vattelo a prendere, cazzo.
Siamo noi che decidiamo dove andare, quando svoltare e quando frenare. Dobbiamo deciderlo noi. Se qualcuno ce lo impedisce e vuole deciderlo al posto nostro, l'asfalto ci dice sempre la stessa cosa: "Mettilo sotto, fagli assaggiare il copertone". A chi tocca, allora?

L'asfalto non è il tipo che chiede scusa. Ha una sua mente, una sua filosofia di vita. Non la impone a nessuno. Sei libero di cambiare strada quando vuoi. Buttarti su uno sterrato di campagna, ad esempio. Oppure saltellare sopra i sampietrini di un borgo antico. Fai tu. L'asfalto non ti obbliga, non ti comanda. Ti ricorda solo che se vuoi viaggiare sopra di lui, devi viaggiare anche con lui. Non si è mai soli, sopra l'asfalto. Anche quando si attraversa la Death Valley. Anche quando hai il deserto del Nevada intorno e ancora non si vede Las Vegas. Non sei mai solo. C'è sempre l'asfalto con te. Pronto a darti un bacio alla prima distrazione. E pronto sempre a chiederti, come un mantra rompicoglioni: "Che cosa hai fatto?".


Jack Writhe


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