Las Zetas

White Demon lo sta massacrando, gli ha già staccato un pezzo di lingua e perde sangue a fiumi, sto perdendo da almeno dieci minuti, e sono già incazzato quando mi chiama e dice Mi è venuto il ciclo. E subito passo in rassegna tutti quegli stronzi finocchi a cui fa schifo fare sesso quando una donna ha il ciclo, ché quelli neanche se lo sognano come viene quando è in quei giorni. Non me ne frega un cazzo, le dico e quando mi saluta sento che è più sollevata, quasi contenta. Io invece mi mangio le unghie fino all'osso, la testa di Tex Mex è coperta di bava e ferite profonde, gli vedo il cranio e un occhio gli penzola fuori dalle orbite. Sta collassando. Un bastardo messicano me l'ha venduto per seicento dollari appena oltre la frontiera, con documenti falsi e tutto per rientrare senza rotture di cazzo. Gli ha fatto mangiare anche un paio di ovuli di cocaina che, se muore ora, mi toccherà sventrarlo per riprendermeli. La gente scommette contro Tex Mex, ridono, mi danno di gomito. Se perdo, non riuscirà a venirmi duro per almeno due settimane e addio fantasie da mestruo. Lo incalzo, sono due giorni che non mangia, Dai uccidilo fallo a pezzi! Ma lui niente, barcolla con la testa aperta e sangue. Quanto sangue in un figlio di puttana messicano. Mi guarda dal recinto, sembra quasi che voglia chiedermi di aiutarlo, di fermare la follia. Mi guarda con due occhi che sembra una persona, da non crederci. Sta scoppiando, agonizza. Viene verso di me e scodinzola. Migliore amico dell'uomo un cazzo!, penso. Mi sta facendo perdere così tanti soldi che non potrò neanche avvicinarmi a casa di Azar. Lei è così stronza che se non faccio quello che le piace corre subito a tradirmi con il primo che la fa sentire bella. Ciclo o non ciclo, è stronza fino a questo punto e poi è capace anche di darmi la colpa. Quando l'ho conosciuta ero così fuori di eroina che non solo non mi stava su ma le ho vomitato sul collo mentre le stavo ancora dentro, moscio come una salsiccia. E lei ha detto che facevo schifo e che avrebbe dovuto scopare con almeno tre uomini quella notte per risollevare la sua autostima. In quel momento ho capito che era la donna perfetta per me. Azar, che nome da film porno. Invece è la figlia dell'ambasciatore di qualche paese a cui noi tiriamo le bombe. Ma quello che mi piace di più è che a lei della guerra, degli accordi diplomatici e della sicurezza non interessa. Quando ha voglia di uscire, si infila le scarpe e se ne va di nascosto, senza scorta. Se esce con uno di quei gorilla armati, che suo padre le mette dietro, è solo per fargli un bel pompino così quelli se ne stanno zitti quando la vedono scappare, per non rovinarsi la piazza, e con quella bocca, quando l'ho vista la prima volta l'ho saputo subito che era brava con i pompini. Sarà un luogo comune ma le negre hanno tutte quella bocca che non vedi l'ora di portarle dietro un angolo e fartelo ciucciare. Anche le arabe. Azar è araba o giù di lì, non sono molto preparato in fatto di geofrafia. So che quando è con suo padre porta in testa uno di quei fazzoletti che la coprono fino al collo. Appena viene da me, per prima cosa lascia libera quella cascata di capelli e poi mi racconta delle cose. Una volta mi ha detto che una sua amica è stata infibulata e che non può scopare e anche che una bambina del suo quartiere è stata rapita a sei anni da un soldato che l'ha violentata, messa incinta quattro volte e poi l'ha rimandata a casa, con quattro figli e l'utero sfondato. Ma a me di quello che dice Azar non importa, a me piace perché le va di viversi la vita tutta in un sorso e non ha paura di niente, nemmeno di morire. Mi piace perché piace a Tex Mex, che ora sta morendo sotto i miei occhi insieme alla speranza di tirare su qualche soldo. Senza neanche accorgermene, mentre penso al ciclo di Azar, al modo in cui lei ne parla come una cosa indicibile e di cui vergognarsi, e che a me fa impazzire ancora di più, prendo in braccio Tex Mex e lo tiro fuori dal recinto.

Un tipo con la cravatta larga sul collo e le scarpe di coccodrillo mi grida con la mano alzata Che cazzo fai, stronzo! Ma ormai è tardi perché Tex Mex ha abbandonato il campo e la gara è nulla se nessuno dei due cani è morto. Quello mi si avvicina a passo svelto e mi insulta, ha gli occhi rossi e le mani gonfie, la bava alla bocca e quando parla sputa ad ogni parola. Dice Brutto frocio testa di cazzo, a me. Poi si gira verso White Demon e se la prende anche con lui A che cazzo mi servi se non uccidi al primo morso? Tira fuori una pistola dai pantaloni e gli spara in mezzo agli occhi, un colpo solo. Morto. Secco. Gli sputa addosso e se ne va con la porsche Panarea grigia come il pelo di Tex Mex, lucida lucida. Sulle mani un liquido caldo mi scorre fino ai gomiti, le persone mi spintonano e mi calpestano i piedi, mi ringhiano, mi guardano con tutto l'odio del mondo, vorrebbero uccidermi e forse mi daranno una coltellata prima che arrivi alla macchina e riesca ad andare da Azar, con il suo ciclo innominabile. I miei palloncini di coca sono ancora nella pancia ferita e dolorante del cane che mi pesa sulle braccia, sarà almeno cinquanta chili. Poco lontano dal recinto dove stavano combattendo lo butto a terra e fa un suono sordo, come un sacco pieno. Mi piego sulle ginocchia e gli infilo le dita in gola per farlo vomitare, non ho nessuna voglia di aprirgli la pancia con un coltello solo per dare una botta. Non stasera. Anche se ho bisogno di soldi e di piazzarla. Azar ha una passione per gli ovuli di coca, e non solo. Con quel suo bel naso da libanese o curda o quel cazzo che è, le piace annusare tutto. Uno di questi giorni mi aspetto di trovarmela con la faccia sul culo come fanno i cani. Forse per questo a Tex Mex è così simpatica, non sa che se non si decide a tirare fuori quei due palloncini sarà lei stessa ad aprirlo in due. Ha una buona mano con i coltelli, a volte mi chiedo perché ma preferisco non saperlo. In fondo, cosa me ne farei di questa informazione? Non voglio essere l'ennesimo bianco xenofobo che ha paura degli arabi, è troppo mainstream. Sto ancora girando due dita nella gola masticata di Tex Mex quando finalmente mi vomita gli ovuli in mano e il cuore gli si ferma. Bravo stronzo di un cane, mi mancherai. Mi infilo i palloncini appiccicosi nelle mutande e lo lascio lì per terra mentre tutti, andando via, ci passano sopra con i piedi. Non è  gente che firma le petizioni per liberare i leoni dallo zoo. E nemmeno si preoccupano che servano quindicimila litri di acqua per produrre un solo chilo di carne. Loro nemmeno ci pensano a come viene prodotto il latte e che per il cuscino di piume spennano le oche ancora vive. È gente che la mattina si alza e va a lavorare, senza sapere niente, per lo stipendio a fine mese e vaffanculo al resto. Poi, siccome le mogli non gliela danno più, vengono qui e buttano i cani nel recinto per farli uccidere. Chi muore per primo, perde. Penso sia l'unica regola. 
La statale è buia e piena di troie dell'est, quelle con i capelli biondi e i fianchi stretti, non ho i soldi neanche per chiedere quanto vogliono. Tiro dritto per casa di Azar anche se ha i capelli neri e i fianchi larghi, nelle mutande ho due palle in lattice che le faranno passare ogni superstione di purezza.

Chicana