Hard Rock Cafè in Vaticano

Buongiorno, terrestri.
Dormito bene? Spero di si. Avete saputo che aprirà un Hard Rock Cafè in Vaticano? La notizia è di ieri sera: Hamish Dodds, il capoccia degli HRC, ha detto che a Via della Conciliazione sorgerà un nuovo Hard Rock Cafè. All'inizio venderà solo magliette e gadget, quindi ci vorrà un po' di tempo prima che diventi un bel luogo di perdizione e ubriacature.
Sfizioso il commento di padre Vincenzo Taraborelli, esorcista di Santa Maria in Traspontina: "Visto che il rock è satanico, quando passerò lì davanti lancerò una benedizione con l'acqua santa!". La maggior parte delle reazioni, invece, è stata negativa: aprire un HRC a due passi da San Pietro è "a dir poco discutibile, aberrante, per niente rispettosa delle tradizioni architettoniche ed urbanistiche", secondo Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
Si, avete capito bene: tradizioni architettoniche e urbanistiche. Cioè sto prete vuole farci credere che se l'Hard Rock Cafè avesse qualche colonna berniniana su cui ballare la lap dance oppure qualche statua di Jim Morrison in stile michelangiolesco, la cosa non gli creerebbe un problema. A lui interessa l'architettura e l'urbanistica del posto, non il valore simbolico e religioso del luogo.
E sia, allora! Mettiamo i redivivi White Stripes ad inscenare una bella Pietà! Fumiamoci l'incenso e la mirra, visto che l'oro costa troppo! Mangiamoci le ostie con la salsa barbeque! E se Satana viene a rompere i coglioni, fanculo anche a lui e al suo inferno di merda!


Fly Farm Blues

Vi siete mai piegati al Sistema? Tranquilli, se lo avete fatto non c'è nulla di strano. E' normale. E' umano, nel senso che appartiene alla categoria - vasta, vastissima - delle debolezze umane. Vi ricordate di Jack Black quando interpretava il maestro metallaro di School of Rock? Parlava del Potente. Ecco, tutti noi abbiamo abbassato la testa, trattenuto una parola, voltato lo sguardo da un'altra parte di fronte al Potente e al suo Sistema. Lo facciamo per istinto di sopravvivenza. Abbiamo paura di essere schiacciati come mosche.
Se la politica è l'arte del compromesso, la vita è certamente l'esperienza più politica che possiamo fare. Cercare incastri, convergenze, punti d'incontro. Anche questo è piegarsi al Sistema, sapete? Ma non c'è niente di male. Tutti noi sogniamo di essere apprezzati come tessitori di accordi, come persone che uniscono, invece di dividere. Rifuggiamo i punti di scontro, i luoghi di conflitto, le personalità spigolose, le strade tortuose, i sentieri poco battuti, i climi estremi. Li evitiamo, eppure ne siamo attratti. E anche questo è normale. Si, perché anche l'istinto di libertà è umano. Quella impellente necessità di ribellione che, un giorno o l'altro, ci farà dire "no" all'ennesimo compromesso. Ci farà alzare la testa e la voce, sbattere i pugni sul tavolo o la porta in faccia al Potente di turno. Arriverà, per alcuni di noi, il giorno in cui non gireremo lo sguardo da un'altra parte e in cui stracceremo le tessere che riempiono i nostri portafogli.
E quel giorno, forse, saremo davvero degni di definirci Umani.


Jack Writhe

Stamattina

Buongiorno, terrestri.
Passata una buona nottata? Spero di si. La mattinata, invece, si presenta uggiosa. Poco male. Noi ce ne sbattiamo. Non saranno due gocce di pioggia sull'asfalto a farci alzare il piede dall'acceleratore. Siete d'accordo o anche oggi volete vivere col freno a mano tirato? Non sia mai che qualcuno dovesse pensare che siete usciti fuori con la capoccia! "Oggi è proprio strano... di solito è così tranquillo!". Tranquilli. Servizievoli. Puntuali. Sempre al posto vostro. Sempre con la camicia giusta. Sempre coi capelli a posto. 
Sempre due palle. Almeno stamattina fatemi un regalo: spettinatevi i capelli, sbagliate camicia, arrivate al lavoro in ritardo. Almeno stamattina. Che cazzo vi ho chiesto.
Buona giornata, terrestri.


Jack Writhe

L'orizzonte

Bentrovati, terrestri.
Avete visto l'orizzonte, stamane? Io si. Lo guardo ogni giorno. Perché ogni giorno sogno di cavalcare una moto e raggiungerlo. Un giorno ci riuscirò, ne sono certo. Gli altri ci dicono che l'orizzonte è irraggiungibile, perché si sposta sempre. Noi andiamo avanti e lui va avanti. Noi indietreggiamo e lui indietreggia con noi.
Falso. Non vi fidate di questi esseri razionali che spiegano il divenire con le leggi della fisica. Questa è gente che ragiona col corpo. Noi no. Noi viaggiamo, pensiamo, respiriamo, camminiamo, scopiamo, scriviamo, suoniamo... VIVIAMO con lo spirito. E il nostro spirito può tranquillamente raggiungere l'orizzonte.
Dobbiamo solo dargli una moto o un bel van, così magari ci può portare qualche altro spirito amico. Qualche anima affine. Potranno salire a bordo e mettere un bel pezzo nello stereo. Far rombare il motore e far rullare le dita. Una bella canna e via, verso l'orizzonte. E lui starà lì, fermo. Immobile. In attesa dei nostri spiriti. Perché sa che quando essi saranno giunti, inizierà la festa. Una festa fantastica e inimmaginabile, di cui le pietre dei canyon e gli aghi dei cactus narreranno la leggenda nei secoli a venire.

Sceglietevi un orizzonte ogni mattina, terrestri cari. Ogni mattina. Guardatevi intorno. Non lasciatevi spaventare da ciò che vedete: montagne, laghi, pianure infinite o quartieri residenziali. Dietro ognuna di queste cose c'è un orizzonte che attende il vostro spirito.
Fate il pieno e lasciatelo andare. 
Buon viaggio, terrestri.

Jack Writhe

Non è tempo di bilanci. Viviamo e vaffanculo!

Buonasera, terrestri.
Stavo pensando ai bilanci. No, non mi riferisco a quelli di una società, di una azienda, di una fabbrica. Parlo dei bilanci che, di tanto in tanto, facciamo sulla nostra vita. In genere, li facciamo quando le cose non vanno proprio bene. Proviamo a tirare le somme e a capire se è giusto che ci sentiamo in credito oppure no. Cerchiamo di valutare ciò che abbiamo realizzato, le persone che ci circondano, la casa in cui abitiamo, il lavoro che svolgiamo, le scopate che ci facciamo e, soprattutto, quelle che non ci facciamo. Valutiamo le canne fumate e quelle non accese, le bottiglie stappate e quelle lasciate a marcire in cantina o in frigorifero. Mettiamo sulla bilancia i progetti e le loro realizzazioni, le possibilità di migliorare e i rischi di peggiorare.
Terrestri cari, ma che cazzo di gioco è? Quanti anni abbiamo? I più giovani di noi staranno alle superiori o, al massimo, all'università. Buona parte di noi ha un lavoro (o lo sta cercando) e ha una relazione sentimentale (o spera di averne una). Nessuno o quasi di noi è in pensione, men che meno sta vicino alla data di quando il Tristo Mietitore verrà a romperci i coglioni e a portarci via da questo deserto che, in fondo in fondo, un po' ci mancherà. E ci mettiamo a fare i bilanci? Chissà se riusciremo a farli a 80 anni, ci mettiamo a farli adesso?
Sembriamo come quel giocatore di calcio. Come si chiama... ah si, Icardi. Mauro Icardi, il centravanti dell'Inter. Ebbene, Mauro Icardi ha appena scritto e pubblicato la propria autobiografia. Cosa c'è di strano? Niente, se non il fatto che il suddetto abbia solamente 23 anni! VENTITRE! Porco cazzo ubriaco, ma si può mai scrivere una autobiografia a 23 anni? Che sfaccimma sarà successo nella vita di questo miliardario in pantaloncini in soli 23 anni di vita? Questi esemplari delle umane genti scrivono autobiografie a pochi anni di distanza da quando gli sono spuntati i peli pubici. E sono pure un esempio per i nostri figli!
Sentite a me, come direbbero da altre parti: non fate bilanci e pensate a campare. Non è ancora tempo di bilanci. Ogni minuto perso a riflettere su queste cose, è un minuto perso a non vivere. Abbiamo sprecato aria e, probabilmente, energie.
Niente bilanci. Non ancora almeno. Pensiamo a vivere. E vaffanculo.

Jack Writhe


Amami per sempre

Amami.
Non perché te lo chiedo, ma perché non puoi farne a meno. Nonostante i tuoi freni. Nonostante i tuoi dubbi. Amami per sempre. E schiantati con me sui muri dell'esistenza.
Amami per i "no" che riesco a dire. Per le idee che porto avanti nonostante tutto vada indietro. Amami perché non partecipo alle cene aziendali. Perché non vado ai meeting tra ricchi pieni di povertà. Amami perché la mia beneficenza non è regalare riso, ma insegnare a piantarlo.
Amami perché ancora credo in qualcosa. Non so se giusto o sbagliato, ma io ci credo. Amami per la rarità dei miei occhi quando ti guardano. Perché non avrò altra dea all'infuori di te. E il tuo altare sarà il nostro talamo. 
Amami perché i crampi adolescenziali sono come le comete: ritornano. Raramente, a lunga distanza, ma ritornano. E anche i nostri tramonti ritorneranno. Anche i nostri accordi suonati dentro utilitarie di seconda mani coi vetri appannati. La mia voce stonata e i tuoi baci innamorati. Le foto scattate mangiando le patatine e i silenzi dopo il piacere. Abbracciati. 
Amami. Anche se non ricordi più perché.
Ricorderai.

Jack Writhe

Benvenuti

Benvenuti su Radio Sabotag. La radio che si legge. Qui sopra non sentirete solo musica, ma soprattutto parole.
Benvenuti, cari... Come chiamarvi? Non so. Potrei dirvi "amici". Suona bene, no? Il fatto, però, è che io e voi non ci conosciamo affatto. Quindi non possiamo essere amici. Anche perché, molto probabilmente, io non vi starei molto simpatico. E tanti di voi - perdonatemi - mi stanno proprio sui coglioni.
Potrei chiamarvi "fratelli e sorelle". Ecumenico. Pacifico. Però tra di voi potrebbe esserci qualche fascista di merda, qualche leghista del cazzo, qualche lurido mafiosetto. Tutta gente con cui non posso e non voglio avere rapporti di fratellanza. Mi spiace. Per voi.
Potrei chiamarvi "compagni". Parola bellissima. Deriva dal latino cum panis e indica persone che si dividono anche il pane. Il problema, però, è che se io vi chiamassi così, voi mi dareste subito del "comunista", "bolscevico", "stalinista". Probabilmente perché ignorate che anche gli anarchici, i socialisti e persino i radicali (liberali e liberisti!!!) sono soliti chiamarsi "compagni".
Potrei chiamarvi "esseri umani". Sarebbe ineccepibile, non trovate? Il guaio è che molti di voi non appartengono, se non superficialmente e inconsapevolmente, alle umane genti. Siete molto più animali degli animali. Più bestie delle bestie. Molti di voi bipedi non si sono mai evoluti dall'australopiteco. Dovendo scegliere tra la compagnia di un cane, un gatto o un maiale e la vostra, non avrei dubbi su cosa scegliere.
Facciamo così: io vi chiamo "terrestri". Perché se c'è almeno una cosa che ci accomuna tutti è il pianeta che abitiamo.
Benvenuti terrestri, dunque. E buon viaggio all'ombra delle stagioni della nostra vita passata.
Do svidaniya. 

Collettivo Autonomo Onanisti Sabotatori