Non è tempo di bilanci. Viviamo e vaffanculo!

Buonasera, terrestri.
Stavo pensando ai bilanci. No, non mi riferisco a quelli di una società, di una azienda, di una fabbrica. Parlo dei bilanci che, di tanto in tanto, facciamo sulla nostra vita. In genere, li facciamo quando le cose non vanno proprio bene. Proviamo a tirare le somme e a capire se è giusto che ci sentiamo in credito oppure no. Cerchiamo di valutare ciò che abbiamo realizzato, le persone che ci circondano, la casa in cui abitiamo, il lavoro che svolgiamo, le scopate che ci facciamo e, soprattutto, quelle che non ci facciamo. Valutiamo le canne fumate e quelle non accese, le bottiglie stappate e quelle lasciate a marcire in cantina o in frigorifero. Mettiamo sulla bilancia i progetti e le loro realizzazioni, le possibilità di migliorare e i rischi di peggiorare.
Terrestri cari, ma che cazzo di gioco è? Quanti anni abbiamo? I più giovani di noi staranno alle superiori o, al massimo, all'università. Buona parte di noi ha un lavoro (o lo sta cercando) e ha una relazione sentimentale (o spera di averne una). Nessuno o quasi di noi è in pensione, men che meno sta vicino alla data di quando il Tristo Mietitore verrà a romperci i coglioni e a portarci via da questo deserto che, in fondo in fondo, un po' ci mancherà. E ci mettiamo a fare i bilanci? Chissà se riusciremo a farli a 80 anni, ci mettiamo a farli adesso?
Sembriamo come quel giocatore di calcio. Come si chiama... ah si, Icardi. Mauro Icardi, il centravanti dell'Inter. Ebbene, Mauro Icardi ha appena scritto e pubblicato la propria autobiografia. Cosa c'è di strano? Niente, se non il fatto che il suddetto abbia solamente 23 anni! VENTITRE! Porco cazzo ubriaco, ma si può mai scrivere una autobiografia a 23 anni? Che sfaccimma sarà successo nella vita di questo miliardario in pantaloncini in soli 23 anni di vita? Questi esemplari delle umane genti scrivono autobiografie a pochi anni di distanza da quando gli sono spuntati i peli pubici. E sono pure un esempio per i nostri figli!
Sentite a me, come direbbero da altre parti: non fate bilanci e pensate a campare. Non è ancora tempo di bilanci. Ogni minuto perso a riflettere su queste cose, è un minuto perso a non vivere. Abbiamo sprecato aria e, probabilmente, energie.
Niente bilanci. Non ancora almeno. Pensiamo a vivere. E vaffanculo.

Jack Writhe


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