Sembra che non possa esserci serenità senza mediocrità. L’unico modo per tirare un sospiro di sollievo sta nell’adagiarsi su un letto di letame chiamato ordinarietà. Siamo in una gabbi di filo spinato e chi cerca di uscire per scoprire cosa c’è al di là del ferro è destinato a sanguinare. Nessuna ora d’aria, il premio per buona condotta consiste in una cella più comoda. Dentro c’è tutto ciò che serve, dunque perché uscire? Perché voler essere di più?
C’è una voce che mi dice che da lontano si vede meglio. Ti accorgi di cose che non puoi notare quando hai il naso schiacciato sul vetro. E allora via, allontanati da tutto, vedrai che bella prospettiva laggiù. Ma per arrivarci, devo attraversare il recinto. Devo pagare il mio tributo di sangue. I mediocri lo vogliono, fino all’ultima goccia. Volete il mio sangue? Lo avrete.
Mi trancerò via una mano con un colpo di accetta e userò il braccio come un idrante. Disegnerò cazzi di sangue sui vostri muri. Sangue sui palazzi, sulle strade, sui sagrati delle vostre belle basiliche. Ve lo farò ingurgitare e vi attaccherò le mia malattie. Globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e virus. Tutto dentro di voi. Su, da bravi, tappate il naso e buttate giù. Se sopravviverete, diventerete come me. Avrete voglia come me di oltrepassare il filo spinato. E chiunque voglia unirsi a noi, non dovrà fare altro che seguire la scia di sangue.
Mister F
Nessun commento:
Posta un commento