Cenere e sabbia

I gioielli della zingara mi accecano di riflessi, mentre la clessidra sibila frettolosa.
La zingara prende la prima carta: << L’arrivista >>.
I suoi occhi mi fissano e cambiano colore. La guardo, capisco. Capisco di desiderare la vetta con troppa smania. Una corsa continua verso un miraggio che non ho la forza di distinguere dal reale. Ogni centimetro non percorso, un boccone di me dato in pasto all’ansia.
<< Vuoi bruciarla? >> chiede la zingara. Rispondo di sì. La fiamma divora la carta e la trasforma in cenere.
Nel frattempo, la clessidra continua a scorrere.
La zingara prende la seconda carta: << L’idrofobo >>.
Sento l’intestino rimpicciolirsi. Si contrae e si porta appresso il bacino e i muscoli della schiena. Vorrei rovesciare il tavolo, le carte, la sfera di cristallo e strappare a morsi i tendaggi che ho per tetto. Ma non cambierebbe nulla. Mi ritroverei rinsecchito di rabbia, pronto a spezzarmi alla prima folata di vento.
<< Vuoi bruciarla? >> chiede la zingara. Rispondo di sì. La fiamma divora la carta e la trasforma in cenere.
Nel frattempo, la clessidra continua a sussurrare.
La zingara prende la seconda carta: << Il vendicatore >>.
La vendetta è un piatto che va servito freddo, ma poi chi se lo mangia? E’ così freddo che non lo vuole neanche il cane. Non mi ricordo neanche perché ho iniziato ad odiare. Finirò sciolto nella mia stessa bile, scomparendo in uno sbuffo di fumo.
<< Vuoi bruciarla? >> chiede la zingara. Rispondo di sì. La fiamma divora la carta e la trasforma in cenere.
Nel frattempo, la clessidra è terminata.
Rimangono cenere e sabbia di una vita sprecata. Resto in silenzio e la zingara sorride. Il dente d’oro mi acceca insieme ai gioielli e ora vedo solo rosso. Ho sfidato me stesso e ho perso.
La guerra va affrontata con il sorriso sulle labbra e la consapevolezza sulle spalle. A volte un respiro in più può salvarci l’anima. Di tutti i tesori che possiamo avere, il tempo è l’unico che non ammette errori. Usalo male e tu sarai la tua stessa rovina.
Un corpo troppo veloce a contatto con l’atmosfera, brucia ed evapora. Non ne rimane neanche il ricordo.
Non bruciarti. Piuttosto, brucia l’ostacolo e respirane la cenere, prima di proseguire.
La zingara ha parlato. Fossi in te, non le riderei in faccia.


Mister F




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