Freddo

Freddo.
Freddo che te lo senti in gola, nelle ossa. Freddo che te lo senti ovunque. Freddo che ferma ogni cosa, che trattiene, che conserva e non fa andare avanti. Freddo che non senti più nulla, freddo che brucia. Freddo che tremi, che ti sembra di avere le convulsioni. Freddo che non digerisci, che il cibo ti marcisce dentro e magari ti torna su ed è come se non hai mangiato. Freddo che il frigo si è rotto e ora congela tutto. Freddo che ogni cosa è nel ghiaccio, che è tutto appiccicato e non si stacca. Freddo che si attaccano anche le dita e per staccarle va via la pelle e a volte anche la carne. Freddo che non ti arriva più calore, che è tutto immobile anche dentro di te. Freddo che hai raggiunto le zero sul termometro e lo zero emotivo. Freddo che tutto rimarrà sempre così, che non cambierà mai. Freddo che ormai ho capito come funziona, basta combattere contro i muri. Freddo che questo muro divide però mi tiene anche al riparo e allora non lo scavalco. Non provo neanche ad abbatterlo o a girargli intorno. Freddo come la schiena quando la appoggio al muro e fischietto. Freddo che te lo senti tutto intorno ma ormai non fa molta differenza con me. Freddo che adesso quasi quasi mi piace. Freddo come il Natale che è bello, che c’è la neve e vedi i parenti e fai le tavolate e questo abbacchio è troppo buono. Freddo che a te ti voglio bene ma a quell’altro un po’ di meno quindi è meglio se stai con me. Freddo che tanto alla fine la storia si ripete, il ciclo ruota, il giro giro tondo che casca la terra e quando mi ritrovo giù per terra decido di non rialzarmi. Freddo così freddo che mi infilo nel sacco a pelo e dormo qui per terra.
Buonanotte.

Mister F


Pioggia

Piove.
Ti butti in strada senza ombrello. Vuoi sentirla in faccia, sui vestiti. Vuoi sentire l’acqua che ti entra ovunque. Vuoi lavarti da una macchia che non ti lascia. Un alone del genere non va via con la pioggia perché ce l’hai dentro. Allora apri la bocca verso l’alto e ingoi la pioggia. Ne bevi quanta più possibile, magari riesci a lavarti dentro. Ma non è acqua che lava. E’ umidità che viene dalla terra. E la terra è sporca, pregna di sangue e veleno. Millenni di scorie, cadaveri marciti e divenuti cibo per vermi. Corpi che hanno portato lo schifo degli umani nella terra. Ora la terra è piena di bassezza umana. L’umidità la assorbe, sale in cielo e diventa pioggia amara. Pioggia di rimprovero. E’ un circolo vizioso. Il cielo piange per quello che ha visto accadere in terra. Abbiamo anche violentato le nuvole con i bombardieri che sganciavano morte a tonnellate. Abbiamo stuprato qualsiasi cosa. Il cielo vomita acqua che non lava. Piove sulla nostra mediocrità, sulle nostre teste chiuse a guscio. Piove sulle lame che ci infiliamo sulla schiena, sulle pallottole che ci bucano i muscoli e le ossa. Piove sulla rabbia che ci tiriamo addosso, sui gusci che ci siamo costruti. L’acqua non ci bagna e se ci bagna non si nota. Perché siamo aridi, deserti senza oasi. Bollenti alla luce del sole ma gelidi di notte. Piove sulle nostre scelte infelici, sui vetri che ci dividono dagli altri. Il nostro fiato fa condensa per un attimo, poi scompare. Siamo vivi? Esistiamo? Nella pioggia è difficile capirlo. Non ne hai la certezza. Piove sui nostri occhi che non vedono più oltre. Il cielo piange la nostra miseria. Puoi vedere le sue lacrime? Sono tante e non si fermano. Prova a cercarti nella pioggia. Se ti trovi, allora forse ti salvi.
Forse.

Mister F



Vento

Tira vento.
Muove tutto, scombina i piani. Pensavi andasse in un modo invece poi arrivata una folata di vento e tocca ricominciare. Il vento si porta via i castelli di carte, i castelli di sabbia, i castelli di buone intenzioni. Il vento porta a passeggio le chiacchiere, i pettegolezzi. Il vento soffia sulle lingue biforcute e sulle bocche farcite di promesse. Il vento te le tira fuori. Da domani sarà così, da lunedì comincio la dieta. Poi passa il vento e tutto scompare. Il vento mi spintona, è un bullo. Dovrei contrastarlo, dovrei stare in posizione neutra. Me l’hanno insegnato a teatro. Metti i piedi paralleli, larghi più o meno come le spalle. Pieghi le ginocchia e rilassi le spalle. Così quando arriva il vento non ti sposti. Io invece ho i piedi piatti, le punte dirette alle dieci e dieci. Dondolo come un sacco da boxe, mi muovo come quei pupazzi gonfiabili dei saloni di automobili all’aperto. Dove fischia il vento e sembra che ti chiami, ma in realtà ti sta prendendo in giro. Fischia e poi si gira.  Che vuoi? Mica ti ho chiamato. Il vento poi si ingrossa, gonfia il petto, allarga le spalle. Le sue, le tue rimangono rilassate. Il vento diventa forte, diventa tempesta, bufera. Il vento si porta via tutto. Gli ideali, i giuramenti. Puoi gridare quanto vuoi, tanto nel vento non ti sente nessuno. Ti torna tutto in bocca e se gridi troppo forte ti si sloga la mascella e il vento si porta via pure quella. Rimani con la lingua penzoloni, una bandiera bianca che si arrende alla forza del vento. Perché è il vento a decidere, tu puoi farci ben poco. Quello che puoi fare è accettarlo prima di ritrovarti nell’occhio del ciclone. Prepararti alla tempesta che spazzerà via tutto. Porterà via tutte le parole senza sostanza, quelle senza ganci a cui aggrapparsi. Porterà via tutto il superfluo, finché non rimarrà solo ciò per cui valga la pena respirare.
Understand, it’s time to get ready for the storm.

Mister F



La Pompa

Sorge l'alba ed è mattino,
ci vorrebbe un bel pompino.
Forza cara, sia un buon giorno!
Metti le tue labbra intorno
e deliziami il cazzone
prima della colazione,
fammi una pompa amor,
fammi una pompa amor.


Quando è pomeriggio invece
posso sol farti una prece?
Mentre me lo prendi in bocca,
se la campana rintocca
e tu pensi ai sacramenti,
fammi sentire anche i denti!
Fammi una pompa amor,
fammi una pompa amor.


Il tramonto è l'ideale
per la pompa preserale,
fatta come aperitivo
mentre c'è il tg sportivo.
Il pompin può esser brutto,
basta che ti ingoi tutto!
Fammi una pompa amor,
fammi una pompa amor.


E infine giunge la notte,
quando tanta gente fotte,
ma noi siam sempre diversi,
un po' timidi e introversi.
Ci infiliamo il pigiamino
e poi tu mi fai un pompino!
Fammi una pompa amor,
fammi una pompa amor.


Setta del Cinghiale


Hamdulillah

Quando ti avvicini, mi metti l'hijab sulla testa Così è più sicuro. All'entrata dell'appartamento: passaporto italiano mi guardano gli occhi - Bugiarda, puoi passare. Ti cammino dietro e non diciamo una parola, nessun corridoio mi è mai sembrato così lungo, il soldato alle nostre spalle ci intimidisce con il fucile: sorrisino, ammiccamento. In fondo sono tutti uguali. La stanza è piena di gente con la tosse, stanno seduti con la kefia al collo e la sigaretta sull'orecchio con tutta la vita in un borsone e dicono Ci stanno sterminando. La morale buonista gli fa a pezzi le case e gli ammazza i genitori, ma chi sono "loro"? Quello con gli occhi neri e l'orecchino, lo vedi? Ha 31 anni e ha recitato in un film, una cosa da niente, però chissà magari un giorno. Dai, togli l'hijab. Ci sediamo, gli altri fanno posto: voi vi baciate. Tu e lui, mezzo metro di lingua e due erezioni. Vuoi fumare? Il mondo fa sempre più paura, non c'è pace da queste parti, con queste facce, il sesso tra due uomini neanche a parlarne. Come glielo spieghi che noi amiamo tutti? Anche questo è un talento. Il nostro. Il narghilé dice: tieni la mente molto molto molto aperta. Soprattutto quando Andiamo al campo, portiamo le medicine. Ma lei non può venire. Io? La maggior parte di queste persone è islamica e le donne no: lo dicono i marinai. Metti l'hijab altrimenti è impossibile camminare per strada senza che ti violentino, non basteranno dieci di noi a difenderti, e te lo saresti pure meritato. Dicono. Prendo le borse con gli antipiretici, pesano, mi fa male la spalla, la strada è lunga e piena di sassi, i miei piedi non hanno mai sopportato bene le scarpe. I soldati guardano, ogni occhio è una promessa o una minaccia, non gli sfugge niente (o sì?). La gente non si fida, hanno bisogno ma non d'affetto, gli dico che ho avuto fame anche io ma chiedono lenzuola pulite, preservativi, visita ginecologica una volta al mese. Fanculo la tua amicizia da quattro soldi - che presuntuosa. Mi siedo, sono come voi. No, sei bianca. Nessuno ti spara per il tuo colore - però a Las Vegas il croupier diceva Niente italiani, italiani mafia. Non è la stessa cosa. Tu fai foto dappertutto, anche appeso agli alberi perché sei bello come loro. A questa gente non frega della tua faccia, se ti sei depilata, se hai lavato i denti. Vogliono i documenti per la Francia o la Danimarca, attaccati al cazzo tu e l'esistenzialismo. Vogliono una casa e il cellulare, arrivare a domani, pagare le tasse o decidere di evaderle. Fanno così con le mani? Che offri? Ho portato la mia opinione sulla giustizia sociale e le leggi razziali. Brava, mettetela nel culo. Sono anche informata sulla storia e la politica estera dell'Occidente. Si mangia? No. Venite a casa mia, raccontatemi di voi. Non sanno che dirmi, mi sembra lo zoo, li guardo che mi guardano dalla gabbia e dico Ecco le mie noccioline, io amo gli animali. Come sono evoluta, un pokemon di grande livello. Non sai niente di te finché non sei stato con qualcuno che ha perso tutto, quando i tuoi "io quella volta" hanno smesso di avere senso e fanno solo ridere, in confronto. Quando da tre giorni non hai acqua e non puoi lavarti ma soprattutto non puoi bere, quando la luce è solo quella del sole perché l'elettricità non l'hanno ancora concessa. Se hai fatto la brava forse te la portano a Natale.

Chicana


Bambina in scadenza

Ma che bello il centro commerciale in una mattina di sole. Tutti che vogliono farsi il loro giretto, guardare - ma non toccare. Camminano insieme o da soli, che importa, manca poco a natale, vogliamo stare tutti tranquilli. Hai visto quella? Occhiolino, bacetto. Ridiamo tutti ché la vita è bella. Solo che a un certo punto. Puf, basta. Complimenti agli stronzi che arrivano sempre un attimo dopo su tutto, quando ormai - ops, c'est trop tard. Pensavi che funzionasse... come? Invece ti eri sbagliato, capita. E che sia proprio io a dirtelo come ti fa sentire? Il fallimento era in agguato. [L'errore disumano, la guerra dei mondi]. Non ti avevo detto che in borsa porto sempre un tirapugni? Non è per me, certo che no. Ah pensavi che volessi... non diciamo assurdità. Finisci il tuo giro adesso e non preoccuparti di nulla. Guarda se per caso ti serve qualcosa per arredare il tuo spazio di... quanto? 180 mq? Meno? Con quest'arredamento modulare da paesi nordici ormai si può fare di tutto - ogni posizione arriva con il libretto di istruzioni. Va bene per chiunque, c'è il metro per vedere di quanti centimetri è il tuo arredamento. Ma stai sereno, le dimensioni non contano: lo dicono tutte. Eppoi, ci vediamo fuori. Mi sembrava che volessi dirmi qualcosa, a forza di guardare, ti mancava solo la parola. Apri la bocca, grande grande e... gnam, te le presto io. Che bella giornata, miao. Mettiamo una canzone d'amore e buchiamo le gomme delle macchine, ti va? Ci vuoi venire con me? Sono una teppistella cocca di papà, ho un gancio da macellaio nella borsetta del trucco. Annusa, annusa - è sangue. Dammi la mano, ti dico un altro segreto: toccami qui. È una sparachiodi. Se sei un maniaco dei coltelli ti seguo in capo al mondo. Una volta prendevo lezioni di tiro con l'arco poi mio padre ha capito che cercavo di uccidere qualcuno e mi ha portata al poligono di tiro. Ok, ok, mi concentro: volevi prendere il divano? Lo specchio per il bagno? Ti ascolto. Se ogni tanto mi perdo è per l'ADHD, non serve che tu sappia di che parlo. Sono d'accordo che questi imbroglioni si mangiano il paese e sui discorsi in generale, sulle guerre e la fame, l'anarchia e il capitalismo, mi piace la tua faccia da supereroe. Ecco, se riuscissi ad essere sempre così bello ti amerei senza pensarci due volte. Ma poi quando devi comprare il cavo per l'antenna o i preservativi vorrei che morissi, e allora: (c'è qualcosa di profondamente distorto in te). È vero, scusa. Ma il tempo è un soffio, siamo qui solo ora e poi basta per sempre, scomparsi, mai esistiti - per cosa ti stai conservando? "E invece io che sono una bambina in scadenza..." ecc ecc. Andiamocene, tutto questo non ci serve.

Chicana



Come sempre

La verità è che i giovani si sono sempre annoiati. Altro che immaginazione e giochi fatti con quello che capitava. Si sono lanciati in guerra mondiali per non annoiarsi. Quando hanno finito le munizioni, sono partiti in viaggi psichedelici. Poi sono atterrati nella piste da ballo improvvisate dei rave party. Ora guardali: davanti agli schermi al plasma, sono abbacinati da immagini distopiche. Dicono di non volere, dicono di non sapere. Affidiamo alle loro spalle le fondamenta di un mondo nel quale fatichiamo a riconoscerci. Li sollecitiamo perché possano essere interpreti di una velocità al quadrato, ma poi centelliniamo consigli e rimpiangiamo sagre da stra-paese.

La verità è che non ne sappiamo poi molto. Fingiamo di poter distinguere il bene dal male, finiamo per mescolarli entrambi, offrendo cocktail di contraddizioni di cui facciamo incetta. Siamo la gioia dei terapeuti, il cordoglio dei librai. Li coccoleremo fino ai primi sintomi dell’Alzheimer, quando embolie e solitudini si sovrapporranno a festicciole e cotillon. Oggi insieme, domani chissà…

Orofino