Piove.
Ti butti in strada senza ombrello. Vuoi sentirla in faccia, sui vestiti. Vuoi sentire l’acqua che ti entra ovunque. Vuoi lavarti da una macchia che non ti lascia. Un alone del genere non va via con la pioggia perché ce l’hai dentro. Allora apri la bocca verso l’alto e ingoi la pioggia. Ne bevi quanta più possibile, magari riesci a lavarti dentro. Ma non è acqua che lava. E’ umidità che viene dalla terra. E la terra è sporca, pregna di sangue e veleno. Millenni di scorie, cadaveri marciti e divenuti cibo per vermi. Corpi che hanno portato lo schifo degli umani nella terra. Ora la terra è piena di bassezza umana. L’umidità la assorbe, sale in cielo e diventa pioggia amara. Pioggia di rimprovero. E’ un circolo vizioso. Il cielo piange per quello che ha visto accadere in terra. Abbiamo anche violentato le nuvole con i bombardieri che sganciavano morte a tonnellate. Abbiamo stuprato qualsiasi cosa. Il cielo vomita acqua che non lava. Piove sulla nostra mediocrità, sulle nostre teste chiuse a guscio. Piove sulle lame che ci infiliamo sulla schiena, sulle pallottole che ci bucano i muscoli e le ossa. Piove sulla rabbia che ci tiriamo addosso, sui gusci che ci siamo costruti. L’acqua non ci bagna e se ci bagna non si nota. Perché siamo aridi, deserti senza oasi. Bollenti alla luce del sole ma gelidi di notte. Piove sulle nostre scelte infelici, sui vetri che ci dividono dagli altri. Il nostro fiato fa condensa per un attimo, poi scompare. Siamo vivi? Esistiamo? Nella pioggia è difficile capirlo. Non ne hai la certezza. Piove sui nostri occhi che non vedono più oltre. Il cielo piange la nostra miseria. Puoi vedere le sue lacrime? Sono tante e non si fermano. Prova a cercarti nella pioggia. Se ti trovi, allora forse ti salvi.
Forse.
Mister F
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