Dissolvenza. Riapro gli occhi.
Sono in auto, in tangenziale.
Ho le mani sul volante. Una delle due, la destra, ad intervalli regolari si abbassa sul cambio.
Tacco e punta.
Sono in auto in tangenziale. C’è traffico. Tanto traffico. Come ogni mattina a quest’ora.
A passo d’uomo, se si è fortunati, altrimenti fermi del tutto.
Tacco e punta.
Mi giro intorno ed osservo. Mille e più auto si trascinano. Tanti visi. Tante storie. Noia.
Cartelli, asfalto, metallo, aria gelida e Guardrail.
Allungo lo sguardo e scorgo il mio buongiorno in un alba fioca e bruna, come un sole al tramonto.
Tacco e punta.
La mano destra sul cambio. Allungo l’indice ed accendo la radio…
“…dimenticarvi di chi vi vuole bene…sagittario: sarete chiamati a risolvere un problema complicato; siate pruden…”
…cambio….
”…il brano appena ascoltato. Entra in classifica direttamente al sesto posto, dopo tre anni di assenza, con il suo ultimo singol…”
…cambio…
“…sul tetto dell’azienda, per chiedere la revisione del contratto. Dure le parole del sindacato nei confronti di quella che sembra esser…”
…cambio…
“…crema mani e viso per sentirsi più belle e prendersi cura di …”
“…ministro alla camera che esclude la possibilità di elezioni anticipate…”
“…con ecoincentivi a quattordicimilanovecentonovantanove euro chiavi in mano…”
“…problemi di caduta dei capelli???”
No! Mi cadono benissimo da soli…penso…sorrido…spengo…chissà se c’è stato un tempo in cui alla radio trasmettevano musica…
Tacco e punta.
Apro una striscia di finestrino ed un soffio di fresco inquinato mi investe il viso. Socchiudo un po gli occhi per godermelo.
Nell’auto vicina, due uomini. Hanno abiti da lavoro. L’uomo a sinistra fuma e guida. L’uomo a destra dorme.
Tacco e punta.
Nell’auto avanti scorgo una folta chioma di capelli ricci e biondi. Un cappotto marrone. Immagino quindi scarpe alte, eleganti. Forse stivali. Immagino calze, forse autoreggenti. Immagino tailleur, forse sexy. Forse no.
Tacco e punta.
Nell’auto alle mie spalle un uomo dai capelli grigi si prodiga in un lavoro certosino di scavo, eseguendo una perforazione a carotaggio continuo con l’indice in una delle sue narici. La destra. Intanto sembra avere lo sguardo perso nel vuoto.
Tacco e punta.
Ad ogni frenata, migliaia di fari rossi si accendono sui culi delle auto. Mi gratto il naso. Mi struscio un po gli occhi e sbadiglio. Immagino il caffè che desidero bere ed intanto in bocca sento ancora lontano quello sorseggiato al risveglio, sommerso dalla menta del dentifricio.
Tacco e punta.
Riparto. Ora più velocemente. Riesco persino a inserire la seconda, ma sono costretto ad una brusca frenata quando un uomo, in abito elegante, con occhiali da sole eleganti, con la camicia elegante, la cravatta elegante, scarpe eleganti, in un auto elegante, mi ha elegantemente tagliato la strada. Non solo a me ma all’intero fiume di metallo che si trascina su questo viadotto, e si regala così imprecazioni un po meno eleganti. Sorrido pensando che corre per andare a lavorare.
Tacco e punta.
Si sta facendo giorno. Tutto adesso è più luminoso. Si riesce a scorgere la città. Oggi il cielo è terso, penso…chissà chi è arrivato secondo.
Fade
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