Sono un coglione. So che molti di voi avrebbero voluto l'esclusiva, avrebbero voluto assaporare il momento giusto per annunciarlo alla folla. Invece vi prendo in contropiede, vi rovino l'attimo, come quelle pornostar che ti segano fino al secondo prima dell'orgasmo e poi mollano improvvisamente la presa. Ruined orgasm, una categoria molto in voga su YouPorn. Sì, perchè io vado su YouPorn. Quando la tua donna non ha fantasia, il buon vecchio Internet ti tiene compagnia. Passo le notti a vedere mamme porche che cavalcano l'amico del figlio o malvagi cazzi alieni che seminano sperma e terrore sulla Terra.
Sono malato. Cerco universi paralleli peggiori di quello in cui vivo. Non è neanche una cosa facile. Trovare un posto peggiore di questo letamaio, dove salto allegro da uno schifo all'altro. Eppure li trovo, questi pozzi di sterco. E ci faccio il bagno, tutto contento. Rido delle disgrazie mie, perché quella altrui sono noiose. Ommioddio, ti si è rotto lo smartphone. La tua vita è finita. La tua vita schifosa è finita quando te lo sei comprato, quel dildo luminoso con il quale ti sollazzi il buco del culo. Io preferisco ingropparmi le serrature delle porte.
Sono asociale. Se al tavolo ci sono più di quattro persone, comincio a stranirmi. Le voci si accavallano, non ci capisco un cazzo. Con chi stavo parlando? Di cosa stavamo parlando? Tu che fai nella vita? Mah, lavoro, ho una famiglia, dormo otto ore e rispetto il prossimo. D'estate non esco nelle ore più calde e bevo tanta acqua. Oh, che meraviglia. Beato te. Io non ci riesco.
Io ad Agosto esco alle due di pomeriggio e urlo come un pazzo. Sudo l'alcol della sera prima e vomito al parco, vicino al campo di pallone. Corro sudato, così mi sento male. A Dicembre, esco nudo sul balcone e me lo sbatto sulla ringhiera, urlando che Dio è morto.
Sono aggressivo. Mentre il capo mi spiega come andrebbe svolto quel lavoro che faccio da dieci anni e che lui non ha mai visto nemmeno in cartolina, sogno di legarlo ad una sedia e infilargli la lampada al neon giù per l'esofago. Poi comincio a tagliuzzarlo con il temperino che è nel secondo cassetto. Gli incollo le palpebre e lo lascio con gli occhi spalancati davanti al monitor, dove una webcam in diretta da casa sua gli farà assistere ai servizietti che la moglie sta facendo all'operaio di colore. Quello che gli sta imbiancando la casa. E la moglie.
Sono uno scarto, un errore. Il sale nel caffè. La lattina che rimane incastrata nel distributore. Il sassolino nella scarpa. La zanzara nell'orecchio. La multa il lunedì mattina. Il treno in ritardo. Sono la persona sbagliata, nel luogo sbagliato al momento sbagliato.
Nella cerimonia di inaugurazione delle olimpiadi del fallimento, io porto lo stendardo di una nazione fantasma. Dietro di me non c’è nessuno, perché hanno tutti sbagliato corsa e nessuno si è presentato.
Avrei dovuto seguire i vostri consigli. Rispettare la linea gialla. Mettermi a pecora, come un parcheggio di biciclette.
Avrei dovuto capire come funziona la vita.
E invece non ho capito un cazzo.
Mister F
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