Mi addormento dopo di te. Mi rimproveri sempre.
Eppure in segreto ti guardo, quando il respiro diventa più lento. Quando il tuo carattere turbolento si placa.
Non c'è bisogno che scosto le coperte. Ti sò a memoria.
Sò la mappa dei tuoi nei, piccoli e non in rilievo, e mi trovo a pensare che a tracciarli tutti con una penna, forse, scoprirei nuove costellazioni.
Nascondo il viso nell'incavo del tuo collo. Ed è lì che si placano tutti i miei pensieri. È lì che si sospende la vita e il tempo sfugge alle sue regole cadenzate. Quel profumo che hai. Forse è quel profumo che mi fa impazzire, che mi manca quando non ci sei. E quegli occhi. Che li appoggi a volte, li appoggi da qualche parte e te li dimentichi, ma io mi ci perdo dentro. Li temo. Li osservo. Li sfido. E perdo sempre, tra quel marrone e quei cristalli di verde che sembrano schizzati dalle mani di un pittore che lancia il colore sulla tela in preda ad una furia cromatica, e quel bordo grigio finale, una galassia racchiusa tra le ciglia.
Sei una distesa di morbido deserto, sei un mare in tempesta d'inverno, e sei una profonda notte stellata sotto cui tirare l'ultimo respiro in pace. Ma sei il sole all'alba, sei il nuovo giorno che sà di promesse.
Lady Forbidden
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